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2022-08-31 08:44:01 By : Ms. Helen Ge

Guidare in gravidanza si può? La risposta breve è sì: la legge non pone alcun limite alle donne in attesa che si mettono al volante.

Attenzione, però: non è detto che guidare col pancione sia agevole ed esente da rischi. La questione è estremamente soggettiva: il consiglio è sempre quello di affidarsi al parere del ginecologo, oltre che alle proprie sensazioni. Se non c’è comfort alla guida significa che è ora di smettere.

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Chi non ha mai vissuto una gravidanza può pensare che le difficoltà siano semplicemente dovute al “pancione”, che è ingombrante quando ci si mette alla guida. Ma in realtà i problemi iniziano da prima.

I primi 3 mesi di gravidanza sono un periodo in cui statisticamente aumentano la stanchezza e la sonnolenza.

Si tratta di fenomeni estremamente comuni, per cui oltre alle logiche raccomandazioni (riposarsi e dormire di più) può essere consigliabile ridurre al minimo indispensabile i viaggi in auto, specie la sera. Il colpo di sonno è un rischio che davvero non vale la pena correre.

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I problemi continuano nel secondo trimestre, dove tipicamente la donna in gravidanza soffre di più la nausea.

Anche in questo caso, lo stato di malessere è estremamente soggettivo: da frequenti episodi di vomito, che rendono difficile il proseguimento delle attività quotidiane (guida compresa) a nessun sintomo.

È in questo periodo della gravidanza che il pancione comincia a essere davvero ingombrante, per cui, anche se si sta bene, le difficoltà sono oggettive:

Gli organi addominali, tra cui l’utero, sono privi della protezione fornita dalla gabbia toracica. Inoltre sono molto “mobili” perché non sono fissati rigidamente all’interno del nostro corpo.

Quindi, in caso di incidente, vanno considerati sia i traumi derivanti da ferite evidenti da “impatto diretto”, sia quelli inizialmente senza sintomi. L’utero materno può infatti subire un trauma indiretto da “contraccolpo”, conseguente a rapidi fenomeni di accelerazione e decelerazione. Queste lesioni indirette sono svincola­te dall’uso della cintura.

Un classico trauma addominale riportato dopo un incidente stradale può provocare un distacco della placenta, evento che mette in serio pericolo di vita sia la madre che il feto. I sintomi sono forte dolore e, in alcune circostanze, perdita di sangue.

Inoltre, negli ultimi mesi di gravidanza il feto è protetto da sempre meno liquido amniotico, quindi gli incidenti sono più pericolosi nel caso di impatto diretto.

Come riporta l’articolo 172 del Codice della Strada:

“Sono esentati dall’obbligo di uso delle cinture di sicurezza le donne in stato di gravidanza sulla base della certificazione   rilasciata dal ginecologo curante che comprovi condizioni di rischio particolari conseguenti all’uso delle cinture di sicurezza”.

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Quindi l’esenzione dall’uso delle cinture di sicurezza non riguarda tutte le donne in automatico, ma solo quelle dotate di specifica certificazione del ginecologo.

Non mettere la cintura di sicurezza, anche in gravidanza, è sempre più pericoloso che metterla.

Ma come indossarla col pancione? Il consiglio è di sistemare la cinghia sotto la pancia il più basso possibile, mentre la parte alta passerà al centro del petto, fra i seni, lontano dal collo. In questo modo la pancia sarà libera da fastidiose compressioni.

È possibile (ma non indispensabile) acquistare un adattatore specifico per la cintura di sicurezza che consente di trattenere la parte di cintura addominale nella giusta posizione sotto la zona fetale.

Anche l’airbag è meglio non disattivarlo mai, nemmeno a gravidanza inoltrata, perché rappresenta comunque una protezione per mamma e bambino. L’impatto forte per cui si azione l’airbag è molto più pericoloso dello strumento stesso, che lo attutisce.  

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il binomio cintura-airbag consente di ridurre di ben il 70% il rischio di lesioni. Vari crash test effettuati con uno speciale manichino di donna incinta ma anche l’analisi di incidenti reali hanno dimostrato che, in caso di cintura di sicurezza non messa o mal posizionata, il feto può subire gravi lesioni o trovarsi in pericolo in seguito al distacco della placenta.

È possibile aumentare il proprio comfort indossando una fascia pelvica, che aiuti a sostenere il peso del pancione anche in auto.

Tuttavia, non bisogna pretendere troppo dal proprio corpo: se stare in macchina o guidare è diventata un’attività spiacevole o troppo faticosa va limitata a casi di urgenza e necessità assoluta, eliminandola dalla propria routine quotidiana. Dopotutto si tratta di uno stop di pochi mesi, che è giusto prendersi.

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