Torino, nei consultori la richiesta delle donne: più servizi per poter gestire la famiglia- Corriere.it

2022-08-31 08:44:02 By : Ms. Nancy Li

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Tutte d’accordo: «La politica deve fare investimenti per aiutare i genitori»

Quando esce dal consultorio di lungo Dora Savona Anabela stringe tra le mani l’agenda verde, la cartellina griffata Regione Piemonte nella quale sono custodite tutte le informazioni per affrontare la gravidanza, il parto e la maternità . Il vestitino a fiori con la cintura legata sotto il seno disegna il profilo del «pancione». «Sono al sesto mese, è una femmina», racconta allargando il sorriso. Anabela è romena e ha 34 anni . Della campagna elettorale si cura poco, del resto lei non vota e la politica non le piace. Però sa chi sono Chiara Ferragni, Giorgia Meloni e anche Enrico Letta. «Sì, ho sentito qualcosa delle polemiche sull’aborto, ma non ho ascoltato un granché. So che in Italia si può fare, che è un diritto delle donne. Dalle mie parti non è stato sempre così». La Romania ha legalizzato l’aborto nel ’57, ma la politica di Ceausescu ha reso la pratica difficile. «Mia madre mi raccontava che quando lei era giovane, alcune sue amiche hanno abortito clandestinamente». Anabela non pensa che se il centrodestra vincerà le elezioni le regole diverranno più restrittive .

Ne sono convinte anche altre giovani aspiranti mamme, che però vorrebbero che la politica si occupasse un po’ più delle famiglie. «E del lavoro, soprattutto quello femminile — sottolinea Marina, 38 anni —. L’abbiamo visto durante la pandemia quante donne sono rimaste a casa. Le famiglie hanno bisogno di stabilità economica, di servizi». La polemica sollevata da Chiara Ferragni sull’impossibilità delle donne di accedere alla pillola abortiva nei consultori (nello specifico nelle Marche, dove governa FdI) pare non appassionare. «Quello che mi sconcerta sono i tanti medici obiettori», sottolinea Francesca, 42 anni (diventerà mamma tra 6 mesi) . In Piemonte quasi un medico su due rifiuta di praticare l’aborto. Mentre il ministero della Salute mette in luce che le interruzioni di gravidanza nella nostra regione sono calate dell’8 per cento. Resta il nodo della Ru486, la pillola abortiva che al momento può essere somministrata solo in ospedale.

«La direttiva ministeriale c’è — spiega Maria Clara Zanotto, responsabile dei consultori dell’Asl Città di Torino —. E applicarla sarebbe avanguardia, ma bisogna costruire prima un percorso. I consultori devono essere adeguati strutturalmente, è necessario garantire la presenza di un medico ed essere sicuri di avere una corsia preferenziale in ospedale qualora sorgano complicazioni». I consultori sono un punto di riferimento per gran parte della popolazione femminile cittadina . Basti pensare che in un anno quelli familiari hanno erogato oltre 67 mila prestazioni mediche, a cui se ne aggiungono poco meno di 23 mila pediatriche. Delle prestazioni familiari, 39 mila sono in ambito ginecologico e di queste 29 mila legate a gravidanze. In totale sono state seguite sulla base di un programma di mille giorni 3.165 donne (poco meno del 50 per cento delle neo-mamme torinesi): dalla gravidanza al parto, fino al secondo anno di vita del bambino. Le certificazioni per l’interruzione di gravidanza sono state 1.134. «Ma quello che è importante — insiste Zanotto — è che per queste donne sono stati attivati tutti gli interventi di sostegno e supporto valutati caso per caso: dallo psicologo alle associazioni, fino ai servizi sociali».

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