Come fare l'inserimento all'asilo dei bambini? - BimbiSanieBelli.it

2022-09-03 11:45:20 By : Mr. Sean Xiong

Per i più piccoli inizia la prima esperienza fuori casa, per i più grandicelli è invece un rientro dopo la lunga pausa estiva. Per tutti i bambini, in ogni caso, prendere o ri-prendere il ritmo non è facile. Ecco le strategie per rendere meno faticoso il ritorno in classe, con un occhio di riguardo per chi inizia la nuova avventura dell'asilo

Il tempo fuori casa, lontano da mamma e papà, gli orari più rigidi, l’attenzione e le regole che la scuola richiede non sono abitudini facili da instaurare o re-instaurare dopo la pausa estiva. È importante che in questa fase delicata, il bambino si senta sostenuto e incoraggiato. I genitori hanno il compito di accogliere e dare un nome alle piccole grandi fatiche, infondendo sicurezza ed entusiasmo ai loro bambini. Per affrontare e vincere insieme ogni timore, è indispensabile creare un ambiente aperto e comprensivo, disponibile all’ascolto. Le carte da giocare sono alla portata di tutti: dal tempo “buono” da passare insieme al ritorno da scuola e alla capacità di riconoscere emozioni difficili, come la paura e la rabbia, per poi fare leva sugli aspetti positivi del rientro. Ricordandosi che spesso si sottovalutano le potenzialità dei più piccoli, che invece possono sorprendere.

Armarsi di pazienza e non avere fretta sono i primi suggerimenti. Sono momenti delicati di passaggio, che i bambini superano di solito nel giro di poche settimane. Spaventarsi e andare in crisi è inutile: si tratta di una fase transitoria.  In ogni caso, un buon inserimento comincia prima di entrare in classe.

Portarlo a vedere il nido, dirgli che lì potrà giocare con altri bambini, ripetere i nomi delle educatrici e magari passare più spesso proprio davanti alla scuola renderà l’ambiente più familiare.

Arrivati in classe, è fondamentale trasmettere al bambino un senso di tranquillità e di piacere di stare al nido, le parole servono poco, meglio utilizzare un linguaggio non verbale: sorridere, togliere la giacca e posare la borsa. Poi, gradualmente, rispettando i tempi del bambino e seguendo i suggerimenti delle educatrici, lo si può incoraggiare a scoprire l’ambiente da solo.

Dipende da molti fattori: l’età del bambino, il suo temperamento, l’atteggiamento dei genitori, il buon funzionamento del rapporto tra nido e famiglia. L’inserimento prevede delle tappe, che ogni bambino raggiunge in tempi diversi: avere fretta, passando da una fase all’altra prima che il bambino sia pronto, può rendere tutto più difficile. Proprio per i tempi, che a volte possono essere lunghi, è possibile che i genitori per motivi di lavoro, siano costretti a delegare l’inserimento ai nonni o alla baby sitter. In  ogni caso è fondamentale che si tratti di una persona che conosce bene il piccolo e che il bambino riconosca come figura di riferimento.

Anche chi ha già frequentato il nido, al rientro dovrebbe fare un nuovo inserimento, sebbene nel frattempo il bambino sia cresciuto e abbia acquisito maggiori competenze: per esempio, riesce a farsi capire, cammina e mangia da solo. Ciò indubbiamente rappresenta un vantaggio che gli farà affrontare le difficoltà con un atteggiamento più sicuro e quindi anche suscitare meno apprensione da parte dei genitori.

L’ansia da rientro può, però, manifestarsi in molti modi, il più evidente è il pianto disperato al mattino, in particolare nel momento di vestirsi e di uscire. Può anche capitare che il piccolo al nido abbia un comportamento tranquillo, ma poi, rientrando a casa, si lasci andare a crisi di pianto e di rabbia. Come se al mattino si rassegnasse all’idea di andare all’asilo, attendendo di “vendicarsi” al ritorno con la mamma.

Come ogni nuova esperienza, anche l’ingresso all’asilo, con qualche regola in più, la richiesta di più autonomia, compagni e maestre nuove, può creare un po’ di disorientamento, perfino nei bambini che hanno frequentato il nido senza problemi. Anche la ripresa delle attività, per chi entrerà in classe per il secondo o terzo anno, può generare inquietudine. A questo proposito, è importante avere mantenuto delle buone relazioni con i compagni.

I bambini vivono con naturalezza e con orgoglio l’ingresso alla scuola primaria: per loro significa entrare a pieno titolo nella scuola dei “grandi”. Tuttavia, la nuova realtà potrebbe farli sentire un po’ disorientati, soprattutto per ciò che viene richiesto loro, per le regole e le attività, più impegnative rispetto all’asilo.

Preparare la cartella insieme al bambino è un gesto simbolico: i genitori, oltre a mettere nello zaino oggetti concreti, come il quaderno e i pennarelli, dovranno equipaggiare il bimbo di aspettative positive per il futuro, sicurezza nelle proprie capacità e tanto amore. È bene spiegargli che non bisogna essere perfetti o capaci di avere una risposta per tutto: è importante che il piccolo capisca che l’insicurezza e la paura possono aiutarlo a cercare e scoprire le risorse per affrontare le difficoltà con il giusto impegno.

Per chi ormai è già alla scuola primaria, tornare in classe può essere meno traumatico: un bambino di sette anni ha maggiore consapevolezza di quello che succede in classe e quindi di ciò che l’aspetta. Per garantire un rientro a scuola sereno, comunque, è importante che i genitori non riversino sui bambini le loro ansie, sia in termini di presunte difficoltà sia riguardo ad aspirazioni prestazionali.

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